duomo di catania
Luglio 27, 2020

sant’agata

Gli Atti del Martirio raccontano la storia di Agata, giovane catanese che subì il martirio al tempo dell’Imperatore Decio (249-251). Tutti i cittadini romani erano obbligati a recarsi ai templi ed effettuare un sacrificio agli dei. Molti furono coloro che, rifiutando di sacrificare, furono imprigionati e torturati, ma in pochissimi casi si giunse al martirio.

Quello di Agata è sicuramente il caso più eclatante, una giovane appartenente all’aristocrazia cristiana di Catania, fatta arrestare dal proconsole Quinziano per il suo rifiuto di sottomettersi alla legge e per questo sottoposta ad una successione sempre più drammatica di torture. Iniziato il processo vero e proprio, Agata riaffermò con forza la propria fede, di fronte a tutte le minacce, con un dialogo che gli atti del martirio ci tramandano come un capolavoro di retorica, testimonianza della forza morale e della profonda fede della giovane.

Quinziano ordinò di dare inizio alle torture, sottoponendo la giovane all’eculeo e poi facendole strappare le mammelle, un supplizio che sarà legato indissolubilmente al nome di Agata, tanto da un punto di vista iconografico che devozionale. Riportata in carcere Agata ricevette la miracolosa visita di San Pietro che la guarì da tutte le sue ferite, ma il giorno successivo, riportata in giudizio venne condannata a morte tramite la pena della fornace: una fossa colma di carboni ardenti e cocci di vetro e vasi infranti. Durante l’esecuzione, tuttavia, un terremoto scosse Catania, provocando la fuga dei soldati romani e di Quinziano, mentre la martire fu riportata in carcere dove morì nella notte fra il 4 ed il 5 Febbraio del 251.